LO STATO DI SALUTE COME ADATTAMENTO ALLE SFIDE DELL’AMBIENTE

Mar 24, 2020 | Osteopatia

“L’origine delle malattie è nell’uomo e non fuori di esso; ma le influenze esterne agiscono sull’intimo e fanno sviluppare le malattie […]. Un medico […] dovrebbe conoscere l’uomo nella sua interezza e non solo nella sua forma esterna”. – (Paracelso) 

“ Il germe non è nulla, il terreno è tutto” (Claude Bernard, fisiologo del XIX secolo) 

“ll virus conta, ma la risposta dell’ospite conta almeno altrettanto, e probabilmente di più” (Stanley Perlman, virologo del XXI secolo)

La recente pandemia di COVID 19, causata dal coronavirus SARS-CoV-2, rappresenta un buon esempio per cercare di definire cosa sia la SALUTE. Facendo una semplice ricostruzione dei fatti, senza alcuna pretesa di giudizio o valutazione, sappiamo tutti che, una delle domande più frequenti a cui ognuno di noi ha cercato di dare una risposta, è stata: “Perché alcune persone mostrano sintomi in modo più grave di altre?”. In modo piuttosto unanime, gli esperti si sono espressi in tal senso: “Dipende dall’età e dallo STATO DI SALUTE della persona”. Ognuno di noi ha quindi iniziato a banalizzare o a catastrofizzare, a seconda dei casi, soprattutto nelle fasi iniziali della diffusione del virus. Successivamente però, sono state diffuse notizie riguardanti le gravi condizioni anche di soggetti giovani ed apparentemente in salute, senza presunte condizioni di rischio.

Risulta piuttosto semplice per tutti, comprendere che, persone con manifesti quadri di comorbidità e defedazione, rispondono in maniera meno efficiente alle potenziali “aggressioni” esterne, sviluppando con più probabilità un compromesso quadro clinico.  Questo vale tanto per il coronavirus SARS-CoV-2 quanto per qualsiasi altra forma di stimolo ambientale, come ad esempio le comuni influenze stagionali, senza considerare in questa sede il grado di virulenza e patogenicità dei diversi tipi di virus.

La situazione si complica un po’ quando ci troviamo di fronte a soggetti giovani e apparentemente in buona salute. Ho volutamente utilizzato il termine “apparente” perché ad oggi, non esiste una misurazione oggettiva dello stato di salute di un soggetto, sebbene esista un modello biologico di Salute, rappresentato dal concetto di allostasi. L’assenza di sintomi viene, nella maggior parte dei casi, intesa come assenza di malattia. Tuttavia, diversi fonti, durante questi giorni, hanno documentato come, tra questi giovani pazienti, privi di patologie pregresse, ci sia stato un decorso della patologia diverso da persona a persona. Come mai? Da cosa è dipesa, in tal caso, la diversa risposta allo stesso patogeno? Escludendo l’età, dato che ci stiamo riferendo ai soggetti più giovani, ciò che rimane è: lo stato di salute.

Quindi la SALUTE che cosa è?

Senza addentrarci nell’analisi dell’evoluzione del concetto di salute, riporterò due definizioni, una dell’ OMS del 1948 (e ancora in uso) e una apparsa sul British Medical Journal nel 2011:

“La Salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattia” (OMS 1984) 

“La Salute è la capacità di adattamento e di auto gestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive” (BMJ 2011)

Le critiche degli autori, all’attuale definizione dell’OMS, riguardano l’assolutezza del termine “completo” in relazione al benessere, in quanto questo, secondo loro, contribuirebbe alla medicalizzazione della società. Sottolineano inoltre come gli attuali modelli di malattia siano cambiati, quello di oggi è un modello sempre più gravato da malattie croniche e, sulla base di questo, la definizione OMS minimizza il ruolo della capacità umana di far fronte autonomamente alle mutevoli sfide della vita ed esclude aprioristicamente la possibilità, da parte di coloro affetti da patologie croniche, di vivere con una sensazione di benessere la loro condizione. In ultimo, ma non ultimo, il termine “completo” è oggettivamente non misurabile presupponendo quindi un certo grado di soggettività. Con tali premesse, l’articolo del British Medical Journal rappresenta, finalmente,  una sorta di manifesto in cui si inizia a parlare di  SALUTE INTESA COME CAPACITA DI ADATTAMENTO ALLE SFIDE DELL’AMBIENTE ESTERNO.

Tornando all’esempio della COVID-19, tutte le persone colpite si sono trovate di fronte ad una sfida fisica, ed anche emotiva, nei confronti del virus; in questa sfida, ognuno ha messo in campo la propria capacità di adattamento.  Questo vuol dire che ognuno, ha dovuto fronteggiare l’infezione, attivando le proprie risorse interne al fine di poterla gestire.

In questo caso, così come in tutte le condizioni di malattia, le risorse sono rappresentate da tre importanti sistemi, fittamente interconnessi tra loro: il sistema immunitario, il sistema endocrino-metabolico e il sistema nervoso centrale e autonomo.

Come detto in precedenza, i pazienti particolarmente defedati fanno molta fatica ad attivare e regolare questi sistemi in maniera efficace ed efficiente. Per quanto riguarda i pazienti in assenza di malattie pregresse invece, la capacità di risposta in quel dato momento si basa su una  regolazione finemente integrata dei tre sistemi e, di conseguenza, sullo stato di attività di ciascuno di essi, esattamente in quel periodo di vita del soggetto. Sulla base di questo le persone hanno più o meno reagito. Ci sono studi che dimostrano come, la modulazione delle risposte immunitarie a infezioni da parassiti, dipendano dalla corretta sincronia di fase dei ritmi circadiani dell’ospite e, addirittura, dal momento della giornata in cui l’attecchimento è avvenuto.

Capiamo quindi quanto sia importante il nostro stato di salute per rispondere alle sfide poste dell’ambiente esterno, con il quale ci troviamo ad interagire ogni giorno e uno dei fattori maggiormente in grado di influenzare questo stato, è il nostro stile di vita. Se da un lato infatti non possiamo eliminare ogni stressor ambientale e non, quello che dall’altro possiamo fare è potenziare il nostro terreno, inteso come l’unione di corpo, mente e spirito. Spostare il focus dall’esterno all’interno. Le abitudini quotidiane sono in grado di agire su quello che viene chiamato epigenoma, ma di questo parlerò in un altro articolo.

Concludo quindi dicendo che Salute non vuol dire non contrarre un’influenza, non avere un raffreddore, non avere un mal di schiena e tanto altro, significa piuttosto essere in grado di adattarsi e rispondere prontamente a queste condizioni, grazie a processi biologici altamente integrati e funzionali che ci permettono di fronteggiare e superare quel momento nel miglior modo possibile e nel minor tempo. Da qui il significato di Salute intesa non come assenza di malattia e/o sintomo ma come capacità resiliente. Un corpo in Salute affronterà in maniera molto più rapida ed efficiente qualsiasi situazione avversa, fisica sociale o emotiva che sia.

 

Fonti:

– World Health Organization (1948) Constitution of the World Health Organization. WHO, Geneva          (World Basic Documents).

– Huber M et al. How should we define health? BMJ 2011;343:doi:10.1136/bmj.d4163

– Godlee F. What is health? BMJ 2011;343:doi:10.1136/bmj.d4817

– Kiessling S, Dubeau-Laramee G, Ohm H, Labrecque N, Olivier M, Cermakian N. The circadian clock     in immune cells controls the magnitude of Leishmania parasite infection. Sci Rep. 2017;7:10892.

-Hopwood TW, Hall S, Begley N, Forman R, Brown S, Vonslow R, et al. The circadian regulator BMAL1 programmes responses to parasitic worm infection via a dendritic cell clock. Sci Rep. 2018;8:3782.

– C. Hardy and M.Gallagher. Strong medicine:how to conquer chronic disease and achieve your full genetic potential.

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