SCOLIOSI: COME E QUANDO INTERVENIRE

Dic 5, 2020 | Osteopatia

Spesso i genitori sono i primi ad accorgersi che qualcosa nella schiena del proprio figlio o della propria figlia non va.. proviamo dunque a fare un po’ di chiarezza sull’argomento…

Quali sono i campanelli che devono portare ad un approfondimento?

La prima cosa alla quale si può fare attenzione è quando, in posizione eretta o seduta, uno o più elementi, sono presenti:

  • inclinazione del collo e/o del busto rispetto alla parte inferiore del corpo
  • le spalle non si trovano alla stessa altezza
  • la posizione delle scapole non è uguale
  • i triangoli della taglia (spazio che si crea tra il fianco ed il braccio) non sono uguali
  • c’è inclinazione e/o la rotazione del bacino
  • l’atteggiamento e la posizione delle gambe e dei piedi sono asimmetriche
  • la presenza di gibbo (cioè della ‘gobbetta’ che si crea flettendo in avanti la schiena, che lo specialista valuterà con il test di Adams o bending test)
  • dolore (ma questo sintomo nei bambini compare molto raramente, è un sintomo proprio degli adulti)

 

Perché è importante identificarla precocemente e tenerla sott’occhio?

La scoliosi ha un carattere evolutivo, ciò vuol dire che “cresce” insieme al bambino/adolescente fino alla fine dello sviluppo. Intervenire precocemente può significare bloccarla o ridurla, evitando che diventi invalidante e pericolosa per la salute globale del soggetto.

Chi fa questa valutazione?

In linea di massima sono diverse le figure professionali in grado di riconoscere la patologia ma, sicuramente, il professionista più indicato è il Fisiatra che, rispetto all’alterazione presente, stilerà un piano di riabilitazione.

Cosa valuterà lo specialista?

Valuterà se si tratta di una scoliosi funzionale o strutturale  (nel secondo caso, il grado di gravità, determinato dall’angolo di Cobb), la sede della scoliosi e il numero delle curve.

La scoliosi funzionale (o più comunemente noto come atteggiamento scoliotico) è caratterizzata da una modificazione  non permanente della colonna collegata ad un’altra problematica che, se risolta, fa si che la colonna torni nella sua posizione originaria. Fanno parte di questa categorie le scoliosi antalgiche (cioè date da un dolore o da una infiammazione limitrofa), le scoliosi date da  eterometria degli arti inferiori, le scoliosi date da torcicollo, da disturbo visivo..

Parleremo di scoliosi strutturale quando, la problematica, sarà prettamente a livello della colonna cioè, quando sarà presente, una deformazione morfologica tridimensionale, con conseguente deviazione permanete e laterale della colonna  associata a rotazione vertebrale.

La deformità, può presentarsi con una o due curve principali (in base a questo dato avrà un nome diverso), ha una prevalenza nel sesso femminile con una media di 1:6 e l’esordio solitamente è intorno agli 8-10 anni (ATTENZIONE si parla di esordio non di diagnosi! Purtroppo non sempre le cose non coincidono).

Come si fa la diagnosi?

I metodi sono svariati ma una soluzione pratica e affidabile è la visione della classica RX in ortostatismo insieme ad una  valutazione strutturale in statica (che è simile a quella descritta sopra ma fatta in maniera tecnica e quantificata) supportata dall’innovativo SISTEMA GOALS che permette di valutare come la scoliosi agisca nel sistema organizzativo della postura e quali compensi crea a livello globale.

Cosa prevede il piano di riabilitazione e a quali figure rivolgersi?

Scoliosi di grado lieve (al di sotto dei 20 gradi Cobb): è previsto un monitoraggio periodico (solitamente semestrale) associato ad un lavoro personalizzato di ricondizionamento muscolare, Rieducazione Posturale  Globale e/o terapia manuale (per migliorare le capacità neuro motorie, favorire un corretto atteggiamento posturale, l’equilibrio, la coordinazione e sopratutto per contenere il carattere evolutivo della patologia) solitamente affidato ad un fisioterapista specializzato. Può essere utile l’associazione ad intervento osteopatico che si occuperà di intervenire sul riequilibrio generale con lavoro principalmente craniale e viscerale.

Scoliosi di grado medio (tra i 20 e i 40 gradi Cobb),oltre a quanto detto sopra, c’è l’indicazione di corsetto o busto ortopedico personalizzato.

Quando i gradi superano i 40 gradi si parla di scoliosi grave e, le linee guida, prevedono l’intervento chirurgico di correzione associato a riabilitazione pre e post operatoria sempre con presa in carico da parte di figure specializzate.

Non è da escludersi che, nel’ equipe, potrebbero aggiungersi figure come lo psicologo o il nutrizionista, l’ortottista o molte altre proprio perché, questa patologia, ha una risonanza globale sull’organismo (potrebbero essere compromesse anche l’attività cardiaca, il sistema respiratorio, il visivo..)

Quali sono le cause?

Spesso al termine scoliosi è associato il termine idiopatica, cioè con una origine sconosciuta, ma, come ormai noto in letteratura scientifica, possiamo trovare tanti collegamenti con:

  • ereditarietà
  • torcicollo miogeno alla nascita
  • plagiocefalia non trattata
  • disturbi visivi
  • eterometria degli arti inferiori
  • chirurgia precoce in età pediatrica
  • malformazioni neonatali
  • malattie neuromuscolari (distrofia muscolare, Paralisi celebrali infantili, poliomielite)
  • lesioni traumatiche
  • infezioni
  • tumori

 

Ovviamente, come già sottolineato, per ogni bambino/adolescente, deve essere fatta una valutazione ed un percorso riabilitativo assolutamente personalizzato nel quale, alla base, ci sia il rispetto della persona e del contesto in cui vive quindi, è bene ricordare che, bisogna affidarsi a personale altamente specializzato!

 

Articolo a cura della Dott.ssa Marzia Quatraccioni, Fisioterapista specializzata in TMPI ed RPG.

 

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