IL DOLORE ACUTO

Mar 20, 2022 | Argomenti Vari

Il DOLORE ACUTO rappresenta una delle più importanti strategie difensive del nostro corpo, il suo scopo è quello di proteggerci da lesioni e danni potenziali. Quando il dolore assume queste caratteristiche parliamo di vero e proprio DOLORE NOCICETTIVO con o meno associata componente infiammatoria. Questo dolore si manifesta in seguito ad uno stimolo che può aver generato un danno del tessuto o potrebbe potenzialmente provocarlo. In entrambi questi casi la sensazione dolorifica ha il compito di attuare una serie di comportamenti adatti a proteggerci, allontanandoci dallo stimolo, o mettendo a riparo la zona lesionata.

 

Le caratteristiche del dolore acuto sono molto precise:

  • Un esordio improvviso in seguito ad uno stimolo dannoso.
  • Una ben precisa localizzazione del dolore nell’area danneggiata con possibili irradiazioni ma che sono in linea con l’evento lesivo.
  • È un dolore intermittente che può tendere ad aumentare in caso di carico e movimento e a ridursi con il riposo (N.B. Deve destare sospetto un dolore costante che non vede riduzione con nessun tipo di intervento mirato).
  • A volte si associano alterazioni anatomiche associate ad infiammazione come gonfiore e calore nell’area.
  • C’è una perfetta coerenza tra i sintomi riferiti e l’evento lesivo, tra l’esordio del dolore e la sua persistenza. È più che coerente avere dolore in seguito ad una lesione, non è coerente un dolore che permane in assenza di lesione.

 

Questo tipo di dolore cessa nel momento in cui l’area danneggiata ripristina le sue fisiologiche funzioni. Tuttavia, capita purtroppo spesso che i processi risolutivi si attuino in maniera mal adattiva e questo è l’elemento che determina la transizione dal dolore acuto al dolore cronico, inteso, in questo senso, come una sorta di prosecuzione temporale della fase acuta che non si è risolta efficientemente.

 

Il dolore acuto, così come il dolore cronico, può andare incontro a fenomeni definiti di modulazione a partire da centri superiori. Aspetti come la paura di aggravare la situazione, la paura del movimento, l’ansia per quanto accaduto, le nostre credenze in merito al dolore, situazioni di stress e l’ipervigilanza possono avere un effetto sull’incremento o sulla riduzione del dolore ma possono anche avere un ruolo sull’efficienza del recupero. Questo accade perché, in realtà, il dolore non è un evento periferico, ma un output che si genera in seguito ad una elaborazione -da parte del sistema nervoso centrale- di stimoli provenienti dalla periferia. È il cervello che elabora le informazioni, non i tessuti periferici, ecco perché fenomeni legati ad aspetti psicologici possono modulare la percezione del dolore. Questo concetto, come vedremo, è molto importante nel dolore cronico.

 

 

Nel prossimo articolo parleremo delle più importanti strategie per affrontare una fase acuta di dolore ed evitare la transizione verso una forma cronica.

 

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